Il caso dei 90 facchini licenziati via WhatsApp è venuto fuori il 5 gennaio 2022, a seguito di una segnalazione pubblicata dal sindacato Si Cobas Bologna sulla pagina Facebook ufficiale.
Ancora, i Si Cobas fanno sapere che i 90 facchini licenziati via WhatsApp erano lavoratori precari assunti per 10 mesi – quindi con contratto a tempo determinato – e nei mesi scorsi avevano denunciato la mancanza di misure di sicurezza, richiedendo maggiori garanzie e controlli da parte delle autorità.