Al di là del lavoro svolto quotidianamente per dovere e visto che si tratta di un’attività svolta alla presenza di esseri umani pensanti e giudicanti, mi viene da riflettere su quanto e quando siamo coinvolti come persone nel rendere affascinante ciò che diciamo.
Un paio di settimane fa siamo stati travolti da un fatto tragico:
Diversamente da mansioni in uffici asettici, dove il coinvolgimento con la vita dell’altro non c’è, o se c’è non è invasivo, compromettente, coinvolgente come quello dell’insegnante, il ruolo di un docente ha insito nella sua prerogativa esistenziale quella di entrare in rapporto, chinarsi, affacciarsi, proporsi, eventualmente rompere rapporti con i colleghi e, inesorabilmente, mostrarsi agli alunni che lo ascoltano, che lo seguono, lo giudicano.