Credo – ha sottolinea la Mazzali – che Fabio Rolfi potrà essere ricordato nella storia della Caccia in Lombardia come l’unico Assessore che con le sue politiche ha messo in ginocchio l’attività venatoria per ben due anni consecutivi, con negative ed importati ricadute economiche e sociali.
– Quanto al terzo motivo di ricorso sulla pretesa frammentarietà e complicatezza della disciplina venatoria regionale, il Giudice amministrativo ha dapprima rilevato che la regolazione della stagione di caccia può essere contenuta in una pluralità di documenti coordinati fra loro, per poi evidenziare che “quanto alla conoscibilità delle regole da parte dei singoli cacciatori, è noto che ciascuno di essi svolge l’attività venatoria nell’ambito territoriale (ATC) o nel comprensorio alpino (CAC) cui è iscritto, per cui è tenuto a conoscere solo le norme sulla caccia vigenti in tali ambiti territoriali e non certo nell’intera Regione”.