Ghahreman (A Hero) di Asghar Farhadi.
Tornano anche in Ghahreman le differenze tra la ‘povera gente’, per usare un linguaggio vetero-neorealista non così inadatto al cinema di Farhadi, e chi ‘sta bene’, con un protagonista in carcere per debiti non onorati neanche fossimo nel dickensiano David Copperfield – dal film si direbbe che in Iran la giustizia è spietata con chi non paga, mica come nell’indulgente nostra Europa, oltretutto Rahim, il giovane uomo al centro della storia non si è neanche reso responsabile di chissà quali reati finanziari, è solo un poveraccio un po’ troppo sconsiderato che non è riuscito a rimborsare chi gli aveva prestato i soldi per avviare un’attività poi fallita.