scritture in primo piano con una serie di ritratti più o meno specifici, più o meno generali, ove Pirandello e una scansione delle dinamiche e dei gradi di relazione con le figure di attori e capocomici del suo tempo (da Ruggero Ruggeri a Marta Abba, dalla Duse a Tatiana Pavlova, da D’Annunzio a Emma Gramatica) si trova a precedere un parallelo tra Italo Svevo e il Danilo Kiš di Giardino, Cenere, un’analisi sull’Anfitrione ( e non solo) di Kleist o una sulla laica e contemporanea raffigurazione di una Maria Callas quasi santificata, ma pure un profilo di Gustavo Modena e uno sguardo su Dario Fo in riferimento ai suoi meccanismi di narrazione e auto-narrazione col contraltare – assimilativo e differenziale – di alcuni lavori di Marco Paolini;