Anime, sì, perché dal 1995 a oggi Teatrino Giullare ha sviluppato veri e propri «artifici scenici», come si legge nei loro materiali, mescolando il teatro di figura e di maschera con una sopraffina cura dello storytelling e dell’arte attorale.
Questa volta la brillante penna dello scrittore milanese incontra la «costruzione, interpretazione e direzione» di Teatrino Giullare (al secolo Giulia Dall’Ongaro ed Enrico Deotti), come di consueto in grado di comporre sul palco un universo altro, una terza via tra la filologia e la totale attualizzazione dell’immaginario.