I Sindacati, comprensibilmente preoccupati di salvare l’intero organico del sito di via Argine a Napoli e le unità del suo indotto, da un lato mettono in guardia da operazioni truffa – purtroppo già verificatesi in altre aree del Paese, come a Termini Imerese, dopo la partenza della Fiat -, ma dall’altro sono pienamente consapevoli che a questo punto è inevitabile puntare alla riconversione della fabbrica, naturalmente con piani industriali credibili, con prodotti competitivi sul mercato, e con gestioni imprenditoriali pienamente affidabili.