Adesso come devono comportarsi Twitter, Facebook e Google con i talebani?
Su Twitter, dal 2017 c'é un portavoce dei talebani che ha oltre 300 mila follower (immagino che alcuni lo siano diventati dopo i fatti di questi giorni).
Casey Newton, che é uno dei massimi esperti di piattaforme digitali, nota che quando, quasi vent'anni fa, iniziò la più lunga guerra degli Usa, i social network non esistevano e che in tutti questi anni é stato relativamente facile cancellare i contenuti pro talebani sui social (qui, per esempio, YouTube, che fa parte del gruppo Google, afferma di averli sempre bannati).