Il tutto condito da un dividendo straordinario per gli azionisti Renault e la certezza di un posto in cda per il Governo francese che, a quanto pare, ha intenzione di rimanere tra i principali azionisti di un gruppo che produce auto ed è quotato per un periodo indefinito.
È altrettanto ovvio che aspettarsi una sana competizione tra stabilimenti italiani e francesi in una situazione in cui il Governo francese, da principale azionista di Renault, detta condizioni prima della fusione e poi rimane a supervisionare sarebbe bizzarro.