" Con gli altri autori del progetto siamo sempre stati d’accordo nell’evitare la cronaca d’assalto dei danni in rispetto alle persone colpite, per raccontare l’atmosfera sospesa e fragile di Venezia, della sua laguna e dei Veneziani.
In quei giorni sott’acqua mi sentivo spesso con Francesca Seravalle tramite i direct di Instagram, lei pubblicava un sacco di stories di quello che stava succedendo a Venezia e per me è diventata una specie di bussola per capire dove andare a fotografare.