Allora tavoli tematici, assemblee, dibattiti, momenti di approfondimento e autoformazione in cinque giorni (la durata programmata dell’ocupazione) per «rivendicare il diritto a una formazione retribuita e permanente, a un tempo di ricerca e di non-produzione, per l’istituzione di tutele verso i nuovi diritti sociali che stanno prendendo forma e la creazione di strumenti contro le discriminazioni, gli abusi e le disuguaglianze tra soggetti, per salvaguardare l’accesso all’arte e alla cultura per tutte e tutti , per instaurare un discorso collettivo che dia spazio a tutti e immaginare insieme modelli nuovi, per “rifare il mondo”».