Questo rischio potrebbe verificarsi soprattutto per i pazienti più complessi da gestire, come chi è sottoposto a dialisi o sviluppa disabilità in seguito a ictus, infarto cardiaco, rottura di femore o più lesioni traumatiche.
«Sarebbe utile creare reti regionali con poli di riferimento, a cui è associato un certo bacino di utenza, e percorsi di presa in carico ben definiti per la riabilitazione dei pazienti dializzati» sostiene Giovanna Beretta, presidente della Simfer e direttrice della Medicina riabilitativa e neuroriabilitazione dell’ospedale Niguarda di Milano.