o ectoplasma, come si legge nella presentazione dello spettacolo, poetica e contorta, che richiama ancora una volta le teorie deleuziane tanto care al teatro del corpo e della modernità.
Rimaniamo per un po’ concentrati a studiare ogni linea, ogni vuoto e pieno, ogni cambiamento, mentre un tappeto sonoro ci accompagna con un’inquietudine che si aggiunge alla curiosità e , insieme, a quella segreta e intima repulsione che sempre si prova nell’osservare davvero un corpo estraneo.