La decisione del giudice, fra i primi casi in Italia ma anche in Europa su temi di greenwashing in cui é coinvolta la magistratura, ha portato all'obbligo da parte di Miko di rimuovere le pubblicità ingannevoli e se si va sul sito dell'azienda appare subito l'ordinanza che parla di "informazioni non verificabili ed ingannevoli sul contenuto di materiale riciclato del prodotto".