460 dollari l’oncia, perdendo più del 12% e circa 200 dollari l’oncia dalla seduta del 5 marzo scorso, ai minimi dal mese di dicembre.
Di per sé, trattasi di un segnale devastante, sottolineando come il mercato sia a caccia di liquidità per ripianare le perdite.
Ieri, le quotazioni del Brent sono crollate di un altro 11%, scendendo a 30 dollari al barile, ai minimi da oltre 4 anni.