Così sempre più aziende hanno scelto di mantenere attiva la modalità in smart working.
Oggi invece tutto è differente perché abbiamo una flessibilità sul lavoro che ci permette di andare e tornare, di vivere in un luogo per un determinato periodo di tempo e poi sceglierne subito un altro.
Se da una parte, infatti, città come Roma, Firenze e Bologna non sembrano ancora pronte ad accogliere gli smart worker, sia per mancanza di infrastrutture, sia per il costo di vita troppo alto, dall’altra parte il capoluogo pugliese di configura come l’ultimo, o forse il primo, baluardo italiano per i lavoratori da remoto.