Interrogato sul proprio non-metodo, Ronconi rispondeva riferendosi alla delicata empiria di cui parlava Goethe in una delle sue massime, la 288:
Roberta Carlotto ha parlato più volte, in riferimento a Santacristina, della necessità della natura e, in effetti, è difficile immaginare che la memoria del lavoro di Ronconi, e più ancora la sua composita e concreta eredità, possano attuarsi in questo stesso modo in un luogo diverso, urbano, o in un tempo diversamente scandito.