Ad aprire questo percorso, al piano terra, sono le sue prime fotografie di moda e una serie di ritratti di amici – tra cui Peter Lindbergh e Robert Frank – ed artisti che si alternano a still life di props del suo studio parigino, l’atelier in Rue Paul Ford che Roversi ha battezzato proprio Studio Luce fucina delle fantasie rese vive dalla sua sensibilità e conoscenza della luce e della sua Deardorff, la macchina di grande formato a pellicola con cui Roversi scatta sempre.