Finanziato quasi personalmente dal regista, deciso a rompere con la convenzione hollywoodiana della narrazione evangelica a partire dalla decisione di girare il film in latino e aramaico, il film sollevò pesanti riserve per l'estrema violenza grafica e per la brutalità della rappresentazione del calvario, ma soprattutto virulente preoccupazioni etiche per ciò che concerneva la rappresentazione degli ebrei, per la quale Gibson fu tacciato di antisemitismo.