Nel Wabi Sabi – estetica giapponese fondata sull’accettazione della transitorietà e dell’imperfezione delle cose – c’è l’elogio della imperfezione, non intesa come “difetto” ma come elemento che ci impedisce di cercare a tutti i costi un’inarrivabile perfezione.
Le persone sono indotte a ricercare la perfezione nelle proprie vite, da quella economica a quella fisica, e siccome la perfezione è per definizione irraggiungibile saranno sempre insoddisfatte, materia malleabile tra le mani dei pubblicitari che le indurranno così a ricorrere a prodotti “miracolosi” per conseguire – appunto – la desiderata perfezione.