Erano gli anni in cui il percorso di Eduardo e delle sue lezioni di drammaturgia al Teatro Ateneo con Ferruccio Marotti era già iniziato quando, grazie all’aiuto di Isabella Quarantotti, riscrisse in napoletano e poi registrò su nastro (proprio con l’ausilio tecnico di Cabiddu) La Tempesta, facendo della sua voce e della qualità della sua presenza da attore la camera di concrezione e di esplosione di tutti i personaggi e della vicenda intera, come a dire che alla chiusura del cerchio di una vita e di una carriera la fine e l’inizio del palcoscenico si congiungono e fondono sempiterni i fiati delle platee.