Invece Martone sistematizza con gusto e abilità quanto fatto con Il barbiere, consolidando quel genere derivato di cui ormai si può chiamare padre che possiamo definire come opera cine teatrale.
È tutto di una sfarzosità essenziale.
Allora accendo la tv (anzi, Raiplay da pc) e mi siedo ancora una volta in poltrona, quella poltrona singola, in ecopelle e non di velluto, da sola, in silenzio a guardare/ascoltare La traviata di Giuseppe Verdi, diretta da Daniele Gatti, con la regia di Mario Martone e le coreografie di Michela Lucenti.