Il senso del miracolo e dell’oltre abita i versi di Crico, anche qui in diretta discendenza pasoliniana.
non solo perché il poeta offre un’autotraduzione delle sue poesie, ma anche perché si tratta di un “bilinguismo originario” (Agamben), caratteristico in fondo di qualsiasi poeta, il quale tende ad un’altra, misteriosa lingua, al di là di ogni lingua conosciuta, per cui “scrivere è sempre tradurre”, in una tensione polare che costituisce la lingua della poesia, segno di “un oscuro canto al di là di tutte le parole e di tutti i nomi”, scrive ancora Agamben.