La censura del nostro samizdat inizia dentro noi, perché quella di fuori ci ha già convinto che non sia possibile che, parafrasando Cesare Pavese, un intervento dall’esterno possa mutare la direzione.
“Il samizdat consisteva nella diffusione clandestina di scritti illegali, poiché censurati dalle autorità, (…).
I poeti e gli scrittori del samizdat furono talora processati, incarcerati, messi in ospedali psichiatrici e lager, puniti, espulsi, uccisi, perdendo lavoro e posizione sociale”.