Nel dedalo corporeo che tutti i Limonov che possiamo immaginare creano, ci soccorre, in qualche modo, il filosofo francese François Jullien, quando scrive come le nostre potrebbero essere, in effetti, delle «pseudo-vite» dove, improvvisamente, tutti ci troveremmo a fare la fine di Limonov, uomo, personaggio e, forse, fantasma.
C’è in Limonov-libro, per la mano di Carrère, un Limonov-personaggio tutto affetto da un dandysmo che, più che estetizzante, sembra fare riferimento a un dandysmo interiore, espresso soprattutto sul piano della gestione della dimensione somatico-corporea e, con pochi dubbi, anche di quella sessuale.