È anche un film tra teatro e cinema questo Macbeth, girato quasi unicamente in teatro di posa, così da restituire l’ambiguità di uno spazio volutamente astratto, in cui gli interni quasi completamente sgombri fatti di pochissimi elementi, tagli di luce e prospettive esasperate rimandano tanto a un palcoscenico quanto a un film espressionista, consegnando allo spettatore un’esperienza che pare provenire da una dimensione parallela, volutamente inattuale nella ricerca di un grande stile da cinema d’autore d’altri tempi, inseguendo un minimalismo depurato che nella sua ostinazione finisce per coincidere con il manierismo (che costituisce una cifra essenziale del cinema dei fratelli Coen, si pensi a L’Uomo Che Non C’Era, anch’esso in bianco e nero).