Quando mi è stato chiesto di presentare Marco Mengoni per uno dei suoi due incontri con il pubblico ho detto subito sì.
Mengoni ha spiegato tranquillamente come nella sua ricerca artistica, la pandemia abbia accelerato senza dubbio questo bisogno di tornare alle radici, appunto.
Mengoni è uno dei pochi della sua generazione – quella dei poco più che trentenni – che è riuscito, durante un periodo di discografia stagnante, creativamente ed economicamente, non solo a mantenere saldo e in crescita il suo successo, ma a costruirsi una solida fanbase, una credibilità che va anche al di là di coloro che comprano i suoi dischi, un percorso artistico più ampio e anche una reputazione di artista semplice e concreto (e no, non è scontato).