Fuori dalla Juve nell’epoca di Giraudo e Moggi, riapparve come presidente onorario dopo Calciopoli.
Rimase nei quadri dirigenziali e nel ‘71 diventò presidente costruì una grandissima Juve e vinse perfino più che da calciatore, insegnò una disciplina ferrea («Presentarsi con i capelli corti e ordinati» raccomandava nelle lettere di convocazione) e puntò con forza sullo stile e sull’immagine del club.