A partire dal 1993 con il satellite COBE, valso il premio Nobel della fisica nel 2006 a John Mather e George Smoot, si aprì la caccia alle radiazioni cosmiche di fondo, osservate poi con satelliti come WMAP e recentemente Planck, che hanno fornito le mappe più dettagliate dell’universo primordiale.
A confermare che quanto i due premi Nobel 2019 avevano osservato corrispondesse al vero furono Paul Butler e Geoffrey Marcy, che poi proseguendo nelle ricerche scoprirono in appena un paio di mesi altri due esopianeti, dando il via alla caccia ai nuovi mondi che ad oggi prosegue ed è nel vivo.