Rappresenta comunque un avvenimento il ritorno dell’ormai ottuagenario Dario Argento al cinema, con un film, Occhiali Neri, passato fuori concorso all’ultima Berlinale, che segue a dieci anni di distanza il precedente Dracula 3D.
Lo si prende se, collocandolo all’interno della carriera di Dario Argento, lo si considera un tassello della sua poetica e del suo stile, in cui a interessargli davvero sono la propensione visionaria, l’attenzione a certi elementi formali (seppure qui a un livello decisamente inferiore rispetto alle sequenze d’antologia delle sue opere migliori), il ritorno di certe tematiche (la cecità già per esempio in Suspiria), il modo sempre singolare di raccontare gli spazi in cui è ambientata la vicenda – qui alla Roma tra Eur e San Saba della prima parte, che possiede il sapore straniante e fuori del tempo proprio del suo cinema, segue l’epilogo in un altrove fatto d’una natura lussureggiante e minacciosa come quella di una fiaba, altra chiave di lettura del film.