Turni di lavoro massacranti, minacce e ricatti sessuali oltre allo sfruttamento.
L’azienda Fonti di Posina si è difesa con una nota diffusa in serata con cui si dichiara «completamente estranea alle accuse di sfruttamento di alcuni lavoratori dipendenti di una cooperativa che operava all’interno del suo stabilimento».
L’azienda ha, quindi, corrisposto quanto dovuto alla cooperativa in base al lavoro affidato e svolto, «senza inserirsi minimamente nella selezione, nell’organizzazione e nella gestione dei lavoratori».