Anche per questo, aggiunge, “riteniamo fondamentale partire da una proposta come quota 41 che prevede 41 anni di contributi a prescindere dall’età lavorativa, incentivando, peraltro il turnover generazionale”.
Il Segretario generale dell’Ugl ritiene infatti che “l’innalzamento dell’età anagrafica a 64 anni stabilito con quota 102 si è rivelato fortemente penalizzante e non può rappresentare una soluzione”.