il viscido, l’informe, il mostro, l’invertebrato.
Il progetto proposto da questo volume (che continua la serie di interventi di Filippi centrati su un antispecismo intensamente politico, sull’“invenzione” della specie umana, il mostro, ecc.
L’animale rimane “impensabile” nell’antropocentrismo assimilazionista proprio perché viene assimilato all’umano attraverso il dispositivo della somiglianza, per cui “animale” è l’animale paradigmatico, sempre un vertebrato, di preferenza un mammifero, animale “come noi” che noi quindi possiamo evangelicamente amare (o almeno rispettare) “come noi stessi” (e tanto peggio per tutto il resto, che può tranquillamente continuare a essere sacrificato).