il Dragone sa che siamo economicamente alla canna del gas e punta a sfruttare quella che possiamo definire la “geopolitica della disperazione”.
Siamo alla canna del gas a tal punto da accettare qualsiasi azzardo politico-diplomatico-industriale pur di fare il pieno di yuan e garantirci un acquirente di ultima istanza del nostro debito?
Prima si annuncia un programma di aste di rifinanziamento senza fornire particolari – i quali possono fare la differenza riguardo la sua stessa efficacia, visto che le condizioni determinano anche il grado di partecipazione e quindi la potenzialità di finanziamento delle banche europee -, poi un membro del board ammette candidamente che la Bce, lungi dal limitarsi alla salvaguardia e la stabilità dei prezzi, crea denaro dal nulla per comprare assets, quasi fosse una Bank of Japan qualsiasi.