Partendo da un presupposto sacrosanto, ovvero quello di cercare di rimettere in carreggiata il mondo dopo lo shock del 2008, la politica espansiva sincronizzata delle Banche centrali di fatto ha soltanto operato in modalità di continua divaricazione fra finanza ed economia.
Ecco il perché di queste reazioni scomposte del mercato, ecco perché i tonfi e i rimbalzi, ecco perché il fallimento della riunione dell’Opec+ della scorsa settimana – di fatto, l’ennesimo screzio fra Russia e Arabia saudita sui tagli alla produzione, nulla di nuovo – ha fatto precipitare il prezzo del petrolio del 30% nella notte fra domenica e lunedì.