Il mondo dello spettacolo scandagliato attraverso l’ottica della provincia, ritenuta quasi all’unanimità l’emblema di un’inappellabile limitatezza di orizzonte, ed ergo la causa dello scacco subìto da chi pensa in grande ma agisce in ambiti ristretti ai limiti dell’impietoso ridicolo involontario, a differenza del compianto e genuino umorista Giovannino Guareschi, fautore dell’egemonia morale dei mondi piccoli incentrati sul senso d’appartenenza, impregna Storia di Ray (o l’asino che vola).