Agostino giunge insomma con la sua fede in una divinità provvedente e buona a un nichilismo estetico:
Come alcuni, dal gusto pervertito, amano più il verso che l’arte stessa con cui è costituito, poiché si sono affidati più alle orecchie che all’intelligenza, così molti preferiscono le cose temporali e non cercano la divina Provvidenza, che ha creato e governa i tempi.