Il tenersi in bilico tra lo scaltro carattere di presa immediata del cinema d’intrattenimento e la forza significante dell’ardua aura contemplativa, che contraddistingue i film d’autore, costituisce un mero cerchiobottismo o è l’assoluta marcia in più della polivalenza del regista inglese Christopher Nolan?
La contaminazione dei generi, con l’ampio margine d’enigma delle spy story frammisto alle penombre psicologiche degli spiriti in subbuglio, come si addice a ogni noir colmo d’appeal, trae partito altresì dall’ineluttabilità degli apologhi western sull’istinto di conservazione connesso ai timbri mitopoietici del territorio eletto a location.