Lo spirito di autenticità affidato invece al mostro sacro Anthony Hopkins fresco vincitore del secondo Oscar dopo quello assegnatogli ventinove anni prima per Il silenzio degli innocenti, a dispetto di Riz Ahmed, assai più meritevole nel ruolo dell’incredulo batterista costretto ad affrontare in Sound of metal l’irrompere della perdita dell’udito, offre molteplici spunti di riflessione.