Da un punto di vista strettamente musicale, The Wall non è un disco innovativo, ma rappresenta la summa dell’esperienza e della tecnica dei Pink Floyd tradotta in un rock facilmente fruibile (vedi la super hit Another Brick in the Wall, Part 2, disarmante nella sua struttura semplificata al massimo), al di là di un concept estremamente complesso, e di episodi oltre la claustrofobia, presenti soprattutto nella seconda facciata del lavoro (oltre al fatto, per dirla tutta, che la fretta con cui è stato pubblicato The Wall ha portato all’esclusione di alcuni pezzi, a un rimaneggiamento dell’ordine della tracklist e a diversi errori di stampa del booklet originale, elementi che non contribuisce all’intelligibilità generale del progetto).