Lo aveva già fatto con Il figlio di Saul, addentrandosi nel dramma della Seconda Guerra Mondiale, direttamente all'interno dei campi di concentramento e dell'orrore dell'Olocausto, e torna a farlo anche in Tramonto, film che già nel nome ingabbia il senso stesso del racconto e della lucidità narrativa e formale di un autore ancora in erba ma già straordinariamente consapevole del suo talento.