L’arma su cui sono poste le speranze è una particolare struttura instabile di DNA a forma di scaffale chiamata G-quadruplex.
Uno studio di un gruppo di ricercatori dell’Università degli Studi di Perugia e dell’Istituto Officina dei Materiali del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IOM-CNR), coordinato da Alessandro Paciaroni e Lucia Comez e svolto nell’ambito di una collaborazione internazionale, ha esplorato una strategia contro il cancro che è orientata proprio a cercare di far invecchiare le cellule tumorali e renderle mortali.