Firmato dalla britannica Lynne Ramsey una donna e regista di gran temperamento che non si balocca con fatui sentimentalismi, alla pari delle altre due signore di polso del cinema inglese di oggi, Andrea Arnold e Clio Barnard.
Sprofondandola in una visualità accesa e insieme rigorosa memore di esperienze di videoart (basti la sequenza iniziale con la battaglia dei pomodori di Valencia che tutto e tutti immerge in un rosso sangue già segnale di quanto accadrà), Ramsey racconta l’inquietante storia di un ragazzino diabolico, di quelli che il male se lo portano dentro come inscritto nel proprio genoma senza che lo si possa estirpare, né tantomeno spiegare.