“Uno strato del fungo di circa 21 centimetri di spessore potrebbe in gran parte negare l’equivalente dose annuale di radiazioni sulla superficie di Marte“, si legge nella ricerca, pubblicata su New Scientist.
La scoperta potrebbe quindi essere un punto di partenza per garantire la sopravvivenza dell’uomo su Marte, il cui ambiente è ancora ostile per gli umani proprio a causa dell’elevato livello di radioattività.