Una pervasività ben più rigida dell'epoca di Barack Obama, quando l'indicazione dei social era facoltativa, e che ha ovviamente sollevato le proteste di numerose organizzazioni per i diritti civili, a partire dalla American Civil Liberties Union che già lo scorso anno aveva spiegato come il provvedimento fosse "pericoloso ed estremamente problematico" perché non esiste alcuna certezza dell'efficacia di questo monitoraggio né alcuna indicazione chiara su chi, come e cosa stabilirà il peso della valutazione dei social ai fini della concessione di un visto.