Da lì, sempre ricorrendo all'incertezza e lo squilibrio come input teorici-fisici, Forsythe ha compiuto un percorso a ritroso arrivando a mettere in scena l'idea platonica della danza piuttosto che la danza di per sé (come in A room as it was per esempio), addirittura divergendo la danza dalla pratica della coreografia con i suoi Choreographic Objects, installazioni arrivate anche alla Biennale, e infine azzerando ogni possibilità di compiutezza di un lavoro artistico (nel complesso Yes we can't 2010).