Non è un caso che sia Wonder Woman e non Super Woman, wonder come meraviglia ma anche come il verbo to wonder cioè meravigliarsi, meravigliarsi che esista un altro “punto di vista” sulla realtà in cui l’amore, come diceva Hegel, è “antitesi a tutte le opposizioni e molteplicità non avendo confini di diritto”.
George Peréz, Greg Potter e Len Wein riazzerano e semplificano la continuity di Wonder Woman con un retelling delle origini non meramente didascalico ma già funzionale ad un plot più articolato e che mostra subito le principali differenze fra questa Wonder Woman e quella pre-Crisi.