E dunque per invertire la tendenza e soccorrere le popolazioni a rischio delle due specie diffuse nei mari italiani - l’Hippocampus guttulatus, detto “cavalluccio comune” per la maggiore diffusione e possibilità d’incontro lungo le coste, e l’Hippocampus hippocampus, chiamato anche cavalluccio camuso per il suo muso corto - prende forma una strategia articolata di tutela, che si traduce in un progetto di conservazione coordinato e condiviso da Stazione Zoologica Anton Dohrn e Università della Tuscia.