Ciò provoca, se non un mutamento dell’usuale divisione tra prigionieri e secondini, un progressivo mutare della loro relazione, a partire dalle due figure a loro modo apicali, da un lato l’ispettore Gaetano Gargiulo (Toni Servillo), chiamato suo malgrado a dirigere la prigione, dall’altro il detenuto Carmine La Gioia (Silvio Orlando), che si intuisce essere un boss, il quale gode nel microcosmo carcerario di un intoccabile prestigio.