Il napoletano astratto Articoli DIALOGHI Interviste Arturo Cirillo.
Quindi nel bando è richiesta un pezzo in italiano, ma anche un pezzo in lingua tratto probabilmente da Eduardo De Filippo, anche perché io penso che permetta a un attore la possibilità di avere un rapporto più diretto tra la parola e il corpo, per capirne meglio i confini e la natura, e questo può riguardare tutti perché non per forza per fare dei testi napoletani servono attori napoletani, come poi in qualche modo rappresento io stesso – e infatti Franco Quadri mi definiva “un napoletano astratto” – che ho iniziato a parlare napoletano soltanto a teatro, mentre nella vita non lo usavo.